5 days in Paris

Parigi, la ville lumiere, la città dell’amore. Romantica, sognatrice, Parigi è uno di quei luoghi da sempre circondati da quel pizzico di magia. E’ quella città che tutti, almeno una volta nella vita, desiderano visitare. In questo articolo ti parlerò del mio itinerario di 5 giorni a Parigi.

Parigi mi ha sempre affascinata, infatti, sin da bambina, ricordo di essermi recata molte volte presso diverse agenzie di viaggi chiedendo opuscoli e guide, o ancora depliant per visitare Disneyland Paris, al fine di poterli mostrare ai miei genitori e convincerli a portarmici. Purtroppo ho dovuto aspettare soltanto i miei 29 anni per visitarla, ma come si suol dire…meglio tardi che mai, no?

Amando l’arte e la scrittura, ho sempre avuto una visione poetica di Parigi. Continuavo a ripetermi che un giorno avrei voluto provare a vivere lì come i grandi scrittori e artisti, per assaporarne l’aria, l’atmosfera e lasciarmi ispirare dalla città. Non per nulla uno dei miei film preferiti è senz’altro Midnight in Paris di Woody Allen.

Ad oggi posso dire, dopo averla visitata, che le mie aspettative non sono state deluse. Parigi è una città così bella, così elegante da farti venire voglia di essere anche tu più bello ed elegante.

E’ quell’invito a cena per cui non pensi di essere sufficientemente preparato, quell’oste in grado di farti sentire a casa con semplicità e delicatezza. Parigi, è una padrona di casa, gentile e accogliente. E’ quell’amica che non ti fa sentire sola.

Certo, è una città vivace, attiva, caotica per certi versi e piena di turisti (davvero, piena). Però se scavi oltre questo primo strato superficiale e alzi lo sguardo, ovunque ti trovi, ogni scorcio, ogni palazzo, ogni angolo è in grado di ricordarti e, a volte, anche di farti riscoprire, quanto è bella la vita.

Ho fatto tappa a Parigi durante un piccolo tour dell’Europa, di ritorno dal Portogallo (clicca qui per leggere della mia avventura al surf camp). La mia intenzione era quella di visitare la città qualche settimana dopo, ma per motivi logistici e, non tanto banalmente, anche economici (il biglietto per tornare in Italia dal Portogallo era costosissimo) ho deciso di fare questa piccola deviazione ed anticipare la partenza.

Dopo aver condiviso il mio piano di viaggi, quasi tutti mi hanno consigliato di prepararmi un itinerario stabilito, preciso, per visitare tutto e il più possibile. Tuttavia, ho sempre rigettato questa idea dal momento che Parigi non solo è una città ricca di cultura e piena di luoghi da visitare, ma il tempo a mia disposizione era talmente poco da impedirmi di poter vedere tutto in una volta.

Ho deciso, quindi, di affrontare Parigi con poesia, lasciandomi ispirare dalla città, come se la mia anima stessa l’avesse invitata a condurmi ovunque volesse condurmi e a mostrarmi qualunque cosa volesse mostrarmi. Avendo due giorni pieni di viaggio, ho potuto trascorrere a Parigi solo 3 giorni pieni (più qualche ora la mattina del giorno previsto per la partenza).

Ho sempre amato il concetto di flaneur introdotto da Charles Baudelaire e che potrebbe essere tradotto a grandi linee come quel vagare senza meta, oziosamente, per le vie di una città, senza fretta, assaporando tutte le emozioni suscitate dall’osservare il paesaggio. L’autore aveva utilizzato il concetto proprio nell’ambito del contesto parigino e inneggia ad un’esplorazione libera e non affrettata e devo dire che si tratta di un concetto che rispecchia a pieno l’essenza della città e il mio approccio da turista osservatore che riscopre quanto è bella la vita.

Per riassumere la mia esperienza voglio far riferimento ad una delle mie citazioni preferite “Il viaggio è più importante della destinazione”.

A Parigi non conta (solo) la tua destinazione, ma il viaggio per raggiungerla.

E allora, allacciati le cinture e viaggia con me mentre ti racconto la mia Parigi romantica e sognatrice. Ti condurrò per le strade che ho visitato e ti mostrerò ciò che ho visto tramite i miei occhi.

A volte, da turista, si tende a dimenticare di trascorrere dei momenti dove semplicemente si può respirare, e ci si può godere quell’attimo di vita. Non ci rendiamo conto che per un minuscolo secondo noi siamo parte integrante della storia del luogo che visitiamo. Per un momento siamo tutti parte della stessa cosa e la bellezza del luogo che visitiamo è parte di noi come noi siamo parte di esso.

Parigi per romantici e sognatori: l’itinerario

Giorno 1: l’arrivo a Parigi

Il mio volo è atterrato nel pomeriggio presso l’aeroporto di Paris Beauvais. Dopo aver aspettato e ritirato il mio bagaglio, il primo task della giornata era acquistare un biglietto per arrivare al centro di Parigi. Io mi sono affidata alla linea locale e – estremamente sponsorizzata in aeroporto – ho acquistato un biglietto presso il baracchino del parcheggio (potete acquistare il biglietto anche online tramite il sito ufficiale dell’Aerobus Paris-Beauvais). L’autobus mi ha portato a Porte Maillot da cui ho poi preso i mezzi per raggiungere il mio albergo situato nel V arrondissement, al centro del quartiere latino (precisamente a 2 minuti a piedi dalla metro Les Gobelines).

Il giorno dell’arrivo è stato un giorno abbastanza statico, nella norma. Ho deciso di andare a cenare ed esplorare un po’ il quartiere in cui mi trovavo, passeggiando quindi per la super vivace Rue Mouffetard fino al Pantheon.

Non avevo grandi aspirazioni o piani per questa settimana se non godermi la città, visitare alcuni dei luoghi più importanti e lasciarmi trascinare dal vibe e dall’atmosfera.

E lasciamelo dire, non me ne sono pentita per niente.

Da qui, il mio itinerario di 3 giorni (e mezzo) a Parigi che ho definito per romantici e sognatori. Ma sì dai, quei nostalgici della belle epoque, di quegli artisti che hanno dato vita a grandi opere, lasciandosi ispirare da una delle città più belle che esistano.

Giorno 2: Montmartre + Tour Eiffel

Ho deciso di trascorrere il mio secondo giorno (ma ufficialmente il primo) a Parigi visitando per primo il quartiere di Montmartre: da sempre casa di eccentrici artisti e sede di uno dei monumenti più belli, la Basilica del Sacre Coeur.

Partendo dalla metro Abesses, direzione collina, ho visitato la Basilica – salendo anche sulla cupola che consiglio assolutamente – e ho visitato la famosissima Place du Tertre, perdendomi anche tra le sue stradine. La cosa che ho più ho amato è stata vedere gli artisti all’opera. Penso di aver trascorso almeno un’ora osservandoli.

Nel pomeriggio, dopo aver pranzato ho deciso di spostarmi in zona Tour Eiffel, per poter salire sulla torre proprio al tramonto. Dopo aver cenato con una buonissima crepes (trovi qui la mia recensione sulla creperie), e aver fatto una fila di circa un’ora e mezza sono riuscita a salire sulla Tour Eiffel.

Trovi “qui” il mio articolo completo sul secondo giorno a Parigi, con tutte le informazioni chiave e le mie riflessioni.

Giorno 3: Dal Quartiere latino a l’Ile de la Citè + Museè de Louvre

Trovandomi al centro del bellissimo quartiere latino ho deciso di non prendere i mezzi e camminare verso l’Ile de la Citè. Il mio viaggio è partito da Rue Monge, passando poi per Rue Saint Germain e Rue Saint Jacques. Da lì sono arrivata ad una delle mie tappe obbligate, la storica libreria Shakespear & Company. Anche lì ho dovuto fare la fila, ma ne è valsa assolutamente la pena.

Da lì, proseguendo per il Petit Pont, riesco a scorgere Notre Dame de Paris, ancora non visitabile purtroppo. A quel punto mi trovo già a l’Ile de la citè. Proseguo in direzione di uno dei punti che avrei voluto visitare, la Saint Chapelle, ma decido di non mettermi in fila, per un ordine di ragioni: la fila era troppa e non volevo utilizzare il mio tempo in questo modo.

Decido invece di fermarmi al bistrot di fronte, dove mi fanno accomodare – in puro stile parigino – su uno dei tavolini all’esterno. Alla fine del mio pranzo, proseguendo su Pont au change, proseguo su Quai de la Mégisserie in direzione Musee de Louvre.

Avevo già acqustato il mio biglietto con settimane di anticipo. Ma non fatevi illudere dalla comodità, dovrete comunque fare la fila per entrare.

Dal Musee de Louvre decido di dirigermi verso Pont de l’Alma, da cui è possibile prendere il biglietto per il Bateaux Mouches.

Vi do un anticipazione, quel giorno ho deciso di acquistare due biglietti: uno per le ore di luce, l’altro alla sera.

Dopo il primo giro sul battello, mi sono diretta in zona Trocadero, per scattare qualche foto, ma l’orario non era sicuramente il più adatto.

Decido di tornare ai Bateaux Mouches, pronta per il secondo giro. Stavolta era più affollato, ma contrariamente alle mie aspettative non inficiato la mia esperienza.

Se non volevi affrettare la tua visita, ti chiederai, perchè hai concentrato tutta questa roba?

Semplice, la motivazione sta nel giorno 4, nel mio caso festa nazionale per la presa della bastiglia, in cui quasi tutta Parigi era impegnata nei festeggiamenti e molte aree chiuse.

Trovi “qui” il mio articolo completo sul terzo giorno a Parigi, con tutte le informazioni chiave e le mie riflessioni.

Giorno 4
Le Jour de la Bastille > Champs Elysee > Musee D’Orsay > le Marais > Montparnasse

Dopo essermi diretta direzione Arc du Triomphe per unirmi ai francesi per i festeggiamenti e sconsolata, per non aver beccato nè l’orario nè il momento giusto, ho iniziato a passeggiare per la città – anche perchè quasi tutte le metro del centro erano bloccate.

Non avevo messo in conto di visitare un altro museo oltre louvre, ma dopo aver camminato per ore – magnifico, ve l’assicuro, ma non sotto un sole cocente – ho deciso di dirigermi verso il Musee D’Orsay. Io l’ho amato. Ogni singolo punto, e alla fine si è rivelata una decisione fantastica.

Da lì, essendo il mio ultimo giorno avevo due desideri nella lista: le Marais e Montparnasse.

Ho dato un occhio all’orario e storcendo un po’ il naso non ero convinta nemmeno io che ce l’avrei fatta. Ma entrambe erano una tappa obbligata.

Le Marais è un quartiere storico e troverete anche la casa di Nicholas Flamel, nonchè il quartiere ebraico che merita decisamente una visita. Montparnasse invece, è il classico quartiere degli artisti dove Hemingway trascorreva gran parte del suo tempo (per di più desideravo provare l’ultima delle Creperie nella lista, qui l’articolo).

La giornata si è conclusa piuttosto tardi, con i fuochi per la presa della bastiglia.

Trovi “qui” il mio articolo completo sul quarto giorno a Parigi, con tutte le informazioni chiave e le mie riflessioni.

Giorno 5
Sulle orme di Emily in Paris > Aeroporto

Eccoci arrivati alla fine dell’itinerario. Avendo guardato Emily in Paris e avendo l’albergo nel V arrondissement non potevo certo farmi mancare l’esperienza di visitare i luoghi della serie. A destra del Pantheon troverete una piccola via che vi condurrà a Place de l’Estrapade, lì concentrato in zona troverete il palazzo in cui abita Emily, il ristorante di Gabriel (in realtà ristornate italiano di nome Terra nera) e la boulangerie in cui Emily ha acquistato e gustato il suo croissant. Come me, molte altre persone quella mattina avevano deciso di fare una visitina – con tanto di tour guidato.

Dopo questo breve tour e un pranzo veloce, mi sono riappropriata dei miei bagagli e diretta verso la stazione di Denfert-Rochereau dove ho preso l’aerobus per tornare in Italia .

Trovi “qui” il mio articolo completo sul quinto giorno a Parigi, con tutte le informazioni chiave e le mie riflessioni.

Ho dovuto spezzettare gli articoli per necessità di spazio e per dare ad ogni luogo la giusta attenzione che merita.

Se ti va puoi dare un’occhiata agli articoli su Parigi che ti linko qui sotto:

Ecco 4 crêperie da provare assolutamente a Parigi

Le 10 citazioni più belle su Parigi

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Itinerario di 5 giorni a Parigi

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